Con “Von der Leyen”, Dutch Nazari torna a usare il rap come strumento di critica sociale, parlando a una generazione spesso disillusa ma ancora capace di ascoltare
Scrollando su Instagram mi sono imbattuta nell’ultimo freestyle di Dutch Nazari. Il rapper padovano, classe ‘89, ha condiviso in questi giorni un nuovo brano dal titolo “Von der Leyen”. Come spesso accade con i suoi lavori, anche questo pezzo ha smosso qualche coscienza e suscitato dibattito.
Nel pezzo, vengono affrontati temi di attualità con la solita vena tagliente, portando avanti una critica incisiva alla politica contemporanea. Lavori come questo si inseriscono nella lunga tradizione di artisti che utilizzano la musica come strumento di denuncia sociale. In particolare, il rap continua a rappresentare una potente voce delle realtà marginalizzate. E in questo Nazari ne incarna una versione lucida, consapevole e stilisticamente raffinata.
Nel suo freestyle si toccano argomenti come la precarietà lavorativa, le disuguaglianze sociali, le contraddizioni delle politiche europee e le difficoltà legate all’immigrazione.
Temi forti, ma veicolati con musicalità coinvolgente, in un linguaggio diretto che riesce a parlare in modo autentico soprattutto alle nuove generazioni. Tra le sue pubblicazioni, l’album “Ce lo chiede l’Europa” rappresenta forse il punto più alto della sua produzione. Un disco che riesce a coniugare qualità musicale e profondità di contenuti. Un disco capace di avvicinare anche chi non è solito ascoltare rap a un tipo di narrazione critica e informata della realtà.
Ed è proprio stupendosi che si può iniziare a riflettere sull’importanza della musica. Ma soprattutto, del ruolo cruciale che essa gioca nell’educazione di una generazione spesso descritta come disinteressata. Se il rap, per quanto spesso screditato, può servire a questo scopo, forse è il momento di iniziare a rivalutarlo davvero.
Ed è proprio in un panorama musicale spesso appiattito su temi vacui, che ci ricordiamo quanto l’artista sia importante. Ascoltare questi brani non significa solo apprezzare una buona metrica. Significa soprattutto lasciarsi provocare, riflettere e – magari – iniziare a porsi qualche domanda in più
Foto Credit: GOA-BOA